STORIA DI UN VIAGGIO....

Esperienze uniche vissute, insieme agli amici.

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SIENA - ROMA (VIA FRANCIGENA)

Tutto è nato per scherzo in una delle tante chiacchierate che si fanno tra amici dove, tra una discussione di politica, sport e belle donne, si trova sempre il tempo e la voglia di parlare di piccoli progetti, con l'intento di rimettersi in gioco e di sognare qualche giorno di libertà, fuori dalla monotonia e quotidianità di tutti i giorni.
"Perché non andiamo in bicicletta a Roma, attraverso la Via Francigena"?

L'idea è stata presa subito sul serio ed in poche settimane di organizzazione è diventata realtà.
Per chi non lo sapesse la "Via Francigena" è un'antica Via che nel medioevo univa Canterbury a Roma e ai porti della Puglia ed è stata riscoperta dai moderni viandanti, che si mettono in cammino lungo un percorso splendido e sorprendente. Dal 2001 l'Associazione Europea delle Vie Francigene coordina lo sviluppo e la valorizzazione di un itinerario che attraversando l'Italia e l'Europa ripercorre la storia del nostro continente.

Il giorno della partenza finalmente era arrivato. Erano i primi giorni di maggio del 2015 e tra paure ed  eccitazione come dei bambini piccoli siamo partiti di prima mattina da Certaldo in treno per arrivare a Siena.
Questa scelta di partire da Siena è stata dettata dai pochi giorni che avevamo a disposizione. Devo dire che viaggiare con la bicicletta in treno, in Italia è alquanto difficile perché tutte le volte che abbiamo dovuto prenderlo è stata un'avventura poco piacevole.
Quella mattina eravamo pochi amici e questo è stato un aspetto importante da non sottovalutare. Essere in pochi, infatti, permette di gestire al meglio l'organizzazione dei pernottamenti e le difficoltà durante il tragitto. In treno poche parole, un po’ perché eravamo assonnati ed un po’ perché non vedevamo l’ora di iniziare a pedalare.
Scesi dal treno, cambiati in tenuta ciclistica siamo partiti in fila indiana. Mi ero premunito di scaricare le mappe del percorso gentilmente messe a disposizione dal sito della Via Francigena e di inserirle nello smartphone. Poi con uno dei tanti programmi che permette di visualizzare mappe online e offline  ho cominciato a seguire il percorso.
L’atmosfera e l’aria frizzante della mattina ci ha fatto attraversare Siena in pochi attimi, tra macchine e due ruote che si apprestavano ad andare al lavoro. Oltrepassata Siena in direzione San Quirico d’Orcia è iniziato il gusto del pedalare lento e l’ammirare le colline verdi e fiorite. La sensazione che abbiamo provato è stata quella di abbandonare il mondo che ci era appartenuto fino a quel momento e ritrovarsi in una nuova realtà, piacevole e rilassante. Bastava osservare gli sguardi degli altri compagni di viaggio per avvertire le stesse emozioni che provavo io in quel momento. La risata diventa più facile come la presa in giro. In quell’istante ognuno si prendeva cura dell’altro perché era nato il gruppo e l’unico intento era quello di divertirsi e abbandonarsi a quelle piacevoli emozioni. La natura delle campagne non smette mai di osservarti, guidarti e coccolarti ed ogni tanto, inevitabilmente veniva immortalata dalle nostre macchine fotografiche e tra sterro, strade di campagna e qualche salita impegnativa siamo arrivati, finalmente a San Quirico d’Orcia. Un piccolo ma bellissimo paese della Val d’Orcia. E’ qui che abbiamo ristorato e riposato per un breve periodo. Perché il nostro motto è: “pedalare e sudare ma a pranzo si scende per mangiare!”
Pici, insalata ed un bel bicchiere di vino e un’altra volta in sella. Il punto d’arrivo del giorno era Radicofani, un altro bellissimo paese che si trova a circa 800 metri di altitudine. Niente di preoccupante, in qualsiasi modo ci arriveremo. La stanchezza incominciava a farsi sentire ma venivamo sempre ripagati dalla bellezza delle colline e la visuale ci portava ad ammirare le vigne con il bellissimo sfondo di Montalcino. Il percorso è un susseguirsi di vecchi paesi, saliscendi che tra di noi chiamiamo “mangia e bevi”, piccoli borghi come “Bagno Vignone”. Immortalare tutti questi luoghi con gli occhi del momento è alquanto difficile ma sappiamo benissimo che nella nostra vita, tra un sogno e l’altro, si riaffacceranno e il sorriso del neonato ritornerà a farci compagnia.
Eccola la salita, l’ultimo baluardo prima della roccaforte. Forza, andiamo, si sta facendo tardi. E’ finita l’acqua per dissetarci e il sudore ormai non scorre più ma il paesino che a volte sembrava di toccarlo e poi di colpo si allontanava era vicino. Finalmente eccoci arrivati a Radicofani.
Per fortuna abbiamo trovato posto in uno dei tanti centri che ospitano i pellegrini che percorrono la Via Francigena gestito da persone fantastiche che mettono a disposizione il proprio tempo libero per farti sentire a casa tua. Per non parlare del costo che più che chiamarlo tariffa è totalmente a offerta.
Eravamo molto soddisfatti del primo giorno di pedalata e quindi dopo una bella doccia siamo andati a rifocillarci in un ristorante dove abbiamo mangiato benissimo con poca spesa. Era bello vedere la gioia e la spensieratezza che ci avvolgeva in quel momento. Eravamo un gruppo di amici che avevano carpito il messaggio, silenzioso, scritto da ognuno di noi. Divertirsi e godersi del momento. Era arrivato il momento di andare a coricarsi perché la stanchezza incominciava a farti sentire. Tutti a nanna!!!

Sveglia, si riparte e la nebbia della mattina non era di buon auspicio. Non importa, partiamo. Radicofani è forse uno degli ultimi paesi della Toscana perché da lì a breve saremo entrati nel Lazio. La sensazione infatti si è fatta realtà. Improvvisamente sono cambiati i paesaggi, bellissimi ma diversi. I primi greggi di pecore e chilometri di strade sterrate senza trovare una persona. Ogni tanto qualche pellegrino, a piedi, che ci salutava e ci augurava un buon viaggio. Il nostro obiettivo per il pranzo, non dimentichiamolo era Bolsena che si affaccia sul lago che prende il suo nome. Fino a quel momento poche salite, tanta bellissima campagna e la natura che ha cominciato a svegliarsi. Ma sapevamo pure che dopo pranzo ci aspettava una bella faticata che ci avrebbe portato fino a Montefiascone.
Pranzato e lasciato Bolsena, la strada, sterrata, si è fatta ripida e faticosa. A farci compagnia, sulla destra, il Lago di Bolsena che con i suoi rifessi e giochi di colore addolciva lo sforzo della pedalata. In quei momenti l’adrenalina prende il sopravvento e la fatica si fa sempre più lontana ed infatti, anche se stremati, eccoci arrivati a Montefiascone. Il pernottamento, per questa volta, è ricaduto su un albergo perché non avevamo trovato posto in altre strutture. Per quanto riguarda la cena c’è stato un colpo di scena, piacevole ed inaspettato e forse un giorno vi racconterò.

Il tempo di chiudere gli occhi e la sveglia ci avverte che è già il tempo di alzarsi. Breve ma ricca colazione e via verso mondi inesplorati! Il percorso non presentava salite da renderci preoccupati ma la distanza chilometrica risultava la più lunga rispetto ai giorni passati. Destinazione “La Storta”, piccolo paesino a circa 20 Km da Roma e precisamente da Piazza San Pietro. La bellezza dei paesaggi naturalistici ed architettonici continuavano a stupirci. Come può la natura regalarci simili bellezze e l’uomo non apprezzarle e preservarle. Nella periferia di Viterbo non poteva mancare un’oretta di relax. Ci siamo abbandonati in un bel bagno, caldo, nelle piscine naturali delle “aree termali del Bullicame”. Ne valeva proprio la pena. Cose del genere non capitano tutti i giorni.
La storia di Roma e del suo impero si fa sempre più viva, con strade acciottolate, anfiteatri e resti archeologici. Eccoci arrivati a Sutri, luogo di estrema bellezza. E’ qui che abbiamo abbandonato momentaneamente la bicicletta per dilettarci nell’assaporare alcuni piatti tipici della zona. Una bella amatriciana, pollo alla cacciatora e un bel bicchiere di vino. Si era fatto tardi e quindi siamo ripartiti il prima possibile. Il percorso è continuato percorrendo gran parte un territorio boschivo e di campagna. La strada da percorrere era ancora lunga e il tempo a disposizione diminuiva velocemente. Quel tratto pianeggiante, dolce e innocuo per la bici è servito per pensare a tutto quello che avevamo fatto sino ad ora. Niente più dialoghi, prese in giro, racconti d’infanzia e di gioventù ma semplicemente un dolce silenzio che quasi ci accarezzava e lasciava trasparire un sorriso innocenze dalle nostre facce.
Ormai la sera era arrivata e il sole non dava più quella luce necessaria che ci serviva. Finalmente la meta era raggiunta. Le Suore del convento ci stavano aspettando e con grande ospitalità ci hanno accompagnato nelle nostre camere. Il tempo di una doccia veloce, una pizza per rifocillarci e il nostro corpo e la nostra mente erano già nel mondo dei sogni. Buonanotte.

Eccoci qua, gli ultimi 20 chilometri che ci dividevano alla meta. Breve colazione e via per il trionfo. Infatti la strada in discesa che ci avrebbe portato a Piazza San Pietro era proprio Via Trionfale. Scherzi del destino. L’ultimo tratto è stato percorso attraversando un vecchio tratto ferroviario convertito in pista ciclabile e jogging, in piena libertà mentale e fisica. I nostri sorrisi per l’impresa compiuta rimanevano impressi agli sguardi delle persone che incontravamo. Tutto è così avvolgente che il tempo e le lancette dell’orologio sembra si siano fermate. Tutto il mondo si è fermato perché stanno arrivando gli eroi, perché nel nostro piccolo rimane sempre una grande impresa. Eccola là, con la sua luce e la sua immensità, finalmente Piazza San Pietro. Ecco le foto per immortalare e immortalarci tutti insieme. Un abbraccio e una stretta di mano: << ce l’abbiamo fatta!>>

Il ritorno verso casa col treno è stato molto veloce, il tempo riprendeva la sua velocità e cadenza, ma nulla poteva essere come prima. Un’amicizia ritrovata e consolidata, mai assopita e… pian piano siamo ritornati sulla terra, la nostra beneamata terra, ognuno a ripercorrere e continuare la vita di tutti i giorni che ora sembrava più leggiadra. Non potevo sapere quanto sarebbe durata l’effetto di questa meravigliosa avventura ma una cosa è certa ed è rimasta impressa nella mia mente:

“conoscere il mondo è un po’ come scoprire sé stessi”.

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      Distanza: kilometer
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      Elevazione (max): meter
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      Elevazione (guadagno): meter